A cosa mi ispiro nella professione

L’approccio che utilizzo è quello dell’Analisi Transazionale, un approccio psicoterapico integrato di cui una delle peculiarità è la semplicità del linguaggio utilizzato, accessibile a tutti coloro che vi si accostano (operatori e non). 

Mi sembra importante esplicitare i punti base dell’AT, la filosofia fondante, che ora è anche la mia. Si tratta di idee sull’uomo, sulla vita e su quelli che sono gli obiettivi del cambiamento.

I tre pilastri filosofici dell’AT sono:

Ognuno è OK. Questo è l’assunto fondante della teoria AT. Significa che tutti noi siamo dotati di valore e dignità in quanto essere umani, quindi è un’accettazione all’essenza dell’individuo più che al suo comportamento. Posso non essere d’accordo con ciò che fai, ma accetterò sempre ciò che sei. Inoltre, pone terapeuta e paziente sullo stesso piano, l’uno non è superiore all’altro. Questo principio vale a prescindere da razza, religione, orientamento sessuale, ceto sociale, ecc. Io sono ok, tu sei ok.

Ognuno ha la capacità di pensare. Secondo questo principio ognuno di noi è responsabile delle proprie scelte di vita, in quanto, a meno di gravi deficit cognitivi, siamo tutti in grado di pensare.

Ognuno sceglie il proprio destino e queste decisioni possono essere cambiate. Secondo l’Analisi Transazionale siamo noi stessi i responsabili delle nostre emozioni e del nostro comportamento. Certo, gli altri, l’ambiente e le circostanze esterne possono esercitare una pressione su di noi, ma in ultimo siamo noi con una nostra decisione ad adeguarci a queste pressioni. Questo è molto importante, perchè ci apre la via del cambiamento. Infatti, essendo noi i responsabili delle nostre decisioni, abbiamo anche il potere di cambiarle. Come? Innanzitutto attraverso la comprensione profonda dei nostri schemi di comportamento, ma soprattutto attraverso la decisione attiva di cambiare questi schemi, così che questi cambiamenti possano rimanere nel tempo.

[cit. Stewart, Joines. “L’analisi transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani”. Garzanti, Milano, 1990]
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