Sogno, quindi sono.

sogno 1 “Gran parte dei nostri sogni li viviamo con assai maggiore intensità della nostra esistenza da svegli”
Hermann Hesse

Tutti noi sogniamo.

Cosa sono i sogni? Che significati celano? Spesso, quando dico di fare la psicologa, mi viene chiesto se sono in grado di interpretare i sogni. La risposta è “sì”, ma non nel senso “magico” cui spesso si fa riferimento. Cercherò di fare chiarezza su alcuni aspetti legati al sogno e alla sua interpretazione, servendomi di un testo di Scilligo (Psicologo e Psicoterapeuta, Fondatore della Scuola di Analisi Transazionale IFREP di Roma) “I sogni. Una guida al futuro”, edito da IFREP.
dreams “I sogni sono una fonte ricca di conoscenza del proprio modo di essere a livello conscio e inconscio e una guida preziosa per orientare la propria vita; sono una risorsa per capire il passato, il presente e per intuire verso quali orizzonti una persona si sta orientando; sono uno strumento di integrazione di importanti processi iniziati durante la vita di veglia e di parziale gestione dei conflitti che insorgono nell’esperienza di vita quotidiana. In altri termini, nei sogni la persona ha a propria disposizione uno strumento per rivelarsi a se stessa nei propri segreti passati, per informarsi sulla propria condizione esistenziale attuale, per illuminarsi e sperimentarsi su probabili piani futuri e per lavorare attivamente sui problemi derivanti dai successi e dagli insuccessi nei vissuti e nelle speranze di ogni giorno”.

dream key

Penso che questa descrizione sia davvero efficace nel palesare la complessità e l’importanza del sogno. Allo stesso tempo, apre le porte alla spiegazione del significato che assume l’interpretazione del sogno stesso. Sempre con Scilligo affermiamo che “un sogno è interpretato se si colgono i significati che con il sogno vogliamo comunicarci“.

In tal senso, dunque, non è possibile associare ad un sogno significati e simboli precostituiti, come quelli che troviamo nei manuali sui sogni! Ogni parte del sogno, sia essa una persona o un oggetto, rappresenta un’espressione di noi, dunque la rappresentazione è soggettiva e come tale va analizzata.

“L’interpretazione e il lavoro sul sogno non fanno parte di un’arte divinatoria che dà soluzioni precostituite ai conflitti e ai problemi della vita quotidiana; concepiamo il lavoro sui sogni come strumento per attuare intenzioni grazie alle informazioni storiche ed evolutive contenute nel sogno riguardanti le cause di alcune condizioni del comportamento attuale, grazie ad una gamma di possibili scelte proposte creativamente dall’attività onirica e grazie all’aiuto derivante da conoscenze funzionali sulla realtà attuale trattenute nell’inconscio e manifestate attraverso il simbolismo onirico. Inoltre, l’interpretazione emerge dalla consapevolezza di chi sogna e non dalle letture interpretative esterne di chi ascolta il sogno”. sogno quindi sono

[Scilligo, “I sogni. Una guida al futuro”, IFREP – Roma]

La depressione: conoscere per guarire

feeling bad today

Ci capita spesso di sentirci giù, di umore nero, nervosi, senza saperne il motivo e spesso ci capita anche di dire “oggi sono depresso!!”. Questo è un modo improprio di dire, perchè la depressione è una malattia, che non dura solo “oggi”.
Ho pensato a questo post, perchè tendiamo a sottovalutare l’importanza della depressione come patologia e ci affidiamo al “tanto ora mi passa!!” E se non passa?

Innanzitutto, impariamo a distinguere la depressione dalla tristezza. La tristezza è ciò che comunemente esperiamo quando succede qualcosa di brutto, subiamo una perdita, una sconfitta, non riusciamo ad ottenere quello che desideravamo e così via.

Quando questo è diverso dalla depressione? Cos’è la depressione?
Una persona depressa prova uno stato di profonda tristezza, un sentimento incolmabile di vuoto, tende a vedere tutto nero, è apatico e non risponde a nessuno stimolo. Pian piano questo interferisce con la vita sociale: non vuole uscire, non vuole lavorare, non vuole vedere parenti nè amici.
depressione
Il rapporto con il cibo è alterato. La persona non sente di avere energie per svolgere le normali attività, manifesta forti stati di agitazione, non riesce a concentrarsi ed è dominata dai sensi di colpa. Tutto ciò non è conseguenza immediata di un lutto.

Il primo importantissimo passo è quello di riconoscere di essere depressi, perchè riconoscere di avere un problema è fondamentale per poter chiedere aiuto.

Date un’occhiata ai seguenti sintomi, vi aiuteranno a capire se quello che vi sta succedendo è depressione o no (attenzione però alle autodiagnosi, solo uno specialista può confermare o meno ciò che succede, questo può servirvi solo per capire se avete bisogno di chiedere aiuto).

Non riuscite a controllare i pensieri negativi;

Avete perso l’appetito oppure mangiate più del solito;

Vi irritate facilmente;

Non riuscite a dormire o dormite troppo (le ore di sonno consigliate sono 8-9 ore a notte);

Avete difficoltà a concentrarvi;

Vi sembra di non avere speranza;

Vi sentite soli e senza aiuto.

nuvola nera

Ricordate sempre che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza e spesso è da lì che si aprono nuove, colorate, porte verso il benessere.

benessere

Amore-dipendenti: la dipendenza affettiva

“L’amore maturo è unione a condizione di preservare la propria integrità, la propria individualità.” (E. Fromm)

Il tema della dipendenza affettiva è un tema attuale sia per motivi psicopatologici che per motivi culturali: oggi è frequente cercare nel legame di coppia la soluzione al sentimento di solitudine diffuso e caratteristico della nostra società.
dipendenza affettiva

Cosa distingue un relazione sana da una dipendenza affettiva?
Sappiamo che è normale, soprattutto nella prima fase dell’innamoramento, esperire in una relazione d’amore una sensazione di dipendenza e il desiderio di “fondersi con l’altro”, ma nella dipendenza affettiva, superata questa prima fase, l’individuo continua a dedicare tutto se stesso all’altro, al fine di perseguire il benessere del partner e non anche il proprio.
L’amore per i dipendenti affettivi è ossessivo, parassitario e inibito. La relazione diviene fortemente dipendente e la ricerca del proprio benessere viene trascurata a favore dell’altro e del soddisfacimento dei suoi bisogni. E’ presente inoltre la paura fobica e ossessiva di perdere l’altro, una paura che si alimenta ad ogni segnale negativo che si percepisce, una paura irrealistica e incontrollata.
Spesso, ma non sempre e non necessariamente, la persona amata è irraggiungibile per chi ne dipende, anzi, in questi casi, la dipendenza si fonda proprio sul rifiuto e sulle difficoltà. Talvolta ciò che porta ad un legame dipendente è proprio l’idea di riuscire a farsi amare da chi non vuole o non può amare.
Chi sviluppa una tale dipendenza può presentare una scarsa autostima e la convinzione di non aver diritto a felicità e benessere.

Si può “guarire” dalla dipendenza? Esiste un salvagente per le persone coinvolte in una relazione che risulta essere non sana e adeguata?
Il principale problema per la risoluzione della problematiche affettive è il conseguire la consapevolezza dell’avere un problema da risolvere. Chi vive una problematica di questo tipo, infatti, ha difficoltà a scindere ciò che è normale nella coppia e ciò che diviene dipendenza nell’abitudine cronica. Pertanto, il primo passo verso la guarigione è proprio l’ammissione di avere un problema, l’attraversamento della fase della “consapevolezza”.
La fase successiva è quella della “richiesta d’aiuto”. Spesso in queste situazioni di dipendenza affettiva si tende a ritenersi in grado di poter superare il proprio problema da soli, mentre la presenza di un supporto esterno è indispensabile.
La terza fase è il “recupero”, una fase in cui è richiesto il massimo impegno per perseguire la “guarigione”. Per poterci riuscire, infatti, è necessario modificare il proprio modo di agire, di fare, di pensare e intraprendere scelte diverse dai precedenti comportamenti. Cosa che con l’adeguato aiuto e supporto è possibile fare.
salvagente