Quante volte abbiamo detto o sentito qualcuno dire: “Che ansia!”
Cos’è l’ansia?
L’uomo è esposto a vari pericoli e l’ansia funziona come campanello d’allarme, perchè lo aiuta ad individuarli e, quando possibile, a prevenirli. Il significato fisiologico della reazione ansiosa è di allertare l’individuo nei confronti del pericolo e di preparlo a reagire in modo appropriato.
Sul piano fisico, l’ansia si esprime attraverso l’attivazione neurovegetativa e neuromuscolare (ad es. con la tachicardia, aumento del respiro, aumento della tensione muscolare, ecc.).
Sul piano psichico, è un’emozione cui si associano dei pensieri: idee che ci permettono di individuare il pericolo e di reagire ad esso (evitamento, fuga, difesa e attacco).
L’ansia è quindi fisiologica e il suo significato primario è protettivo e finalizzato alla sopravvivenza!
Come fare a distinguere fra ansia normale e patologica? Il limite può essere rintracciato nell’influenza che queste emozioni negative hanno sulla nostra vita: se sono tali da impedirci di condurre la nostra normale vita autonoma e di relazione (ad es. se non riusciamo più ad uscire di casa, andare a lavoro, concentrarci nello studio…) significa che c’è qualcosa che non va.
Il Disturbo d’ansia generalizzato è un disturbo caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazione difficilmente controllabili, riguardanti varie tematiche, presenti per gran parte della giornata e tali da compromettere il sonno, l’umore, il corpo e la concentrazione.
Bene, allora che fare?
E’ possibile lavorare su questi disturbi associando una terapia farmacologica ad una di supporto psicologico. In un contesto neutro e protetto la persona potrà imparare a sostituire i pensieri funzionali con altri disfunzionali, a rintracciare l’origine del suo stato ansioso e, quindi, i modi per affrontarlo.
Bibliografia:
Bogetto – Maina, “Elementi di psichiatria”, Ed. Minerva Medica, 2006
Falabella, “ABC della psicopatologia”, Ed. Magi, 2001
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